Un vestito di tendenza: lino, cotone o… plastica recuperata fra i rifiuti marini? La domanda può sembrare straniante, ma l’innovazione, almeno nelle sue fasi iniziali, si trova spesso a passare per la strada dello stupore e del comprensibile dubbio. In questo caso, tutto nasce da una collaborazione che unisce moda e oceani, lotta al littering e tecnologia tessile: il celebre marchio tedesco Adidas ha dichiarato di aver stretto un accordo con Parley for the Oceans (associazione che si batte attivamente contro le minacce che gravano sugli oceani) per mettere a punto uno speciale materiale derivato dai rifiuti raccolti in mare, da utilizzare per i suoi prodotti, dalle scarpe agli indumenti sportivi, a partire dal 2016.
E non è la prima: sfruttando il know-how e la piattaforma di Parley, il marchio di abbigliamento G-Star ha recentemente lanciato sul mercato la linea denim Raw, che già utilizza la fibra generata da plastica recuperata e riciclata dell’azienda Bionic Yarn. Il minimo comune denominatore fra gli attori e i progetti coinvolti fa ben sperare in merito al loro successo: il direttore creativo di Bionic Yarn, nonché co-ideatore e promotore della linea Raw e testimonial di Adidas è nientemeno che l’universalmente acclamato cantante Pharrell Williams.
La proliferazione dei rifiuti negli oceani, oltre che un incontestabile segno di inciviltà, è un problema che ha assunto proporzioni gigantesche. Si stima infatti che ogni anno una cifra compresa tra 5 e 13 milioni di tonnellate di plastica invada i mari con tutto l’impatto- enorme, visti i tempi eterni di degrado del materiale- di cui sono capaci. Il risultato? Drammatiche conseguenze sulla vita della fauna marina e un danno ambientale che i dati del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (Unep) quantificano in tredici miliardi di dollari l’anno.
“I nostri oceani stanno per collassare e non è rimasto molto tempo per invertire la tendenza. Nessuno può risolvere il problema da solo, tutti devono essere parte della soluzione. E la collaborazione è la formula magica” ha dichiarato Cyrill Gutsch, fondatore di Parley for the Oceans che, assecondando questa convinzione, coinvolge artisti, stilisti, giornalisti, scienziati, architetti nel dibattito attorno allo stato di salute dei mari, proponendo progetti per realizzare azioni congiunte e darne la giusta diffusione.
Per Adidas l’iniziativa, comunicata in occasione del lancio dell’ultimo Report di Sostenibilità dell’azienda, si inscrive nell’ambito dello sviluppo sistemico di iniziative green che puntano all’efficienza idrico-energetica e al 100% di cotone sostenibile nel 2019 e che, nel marzo scorso, le hanno fruttato il plauso di Greenpeace. Sono passati solo due anni, ma sembrano lontanissimi i tempi in cui il gruppo era additato come esempio negativo dalla ONG, che lo aveva sfidato, tramite la campagna ‘Detox’, a migliorare le sue allora scarse pratiche ambientali.
I passi avanti sono dunque tangibili e, coinvolgendo multinazionali in possesso di risorse da impiegare in ricerca e innovazione, arricchiscono l’attuale e crescente dibattito attorno a un’industria tessile sostenibile e green-oriented. Un settore che, a pieno titolo e più di ogni altro, può contribuire a trasformare contenuti ambientali talvolta astratti in uno stile di vita quotidiano che sia, per giunta, trendy e alla moda.
di Valentina Tibaldi per eHabitat.it
1 comment
Aboliti i camion della raccolta rifiuti. Al loro posto: asini | menorifiuti says:
ago 23, 2016
[…] per lo più ragazzi appartenenti a categorie svantaggiate. È il nuovo servizio di raccolta dei rifiuti e loro, gli asini, sono i nuovi netturbini del […]