Torino, mercato di Porta Palazzo. Con quasi 50 000 mq di estensione, circa 1.000 banchi mobili e un’affluenza di circa 100.000 persone nei giorni di maggior affluenza, Porta Pila (questo il suo nome in piemontese) è considerato il mercato all’aperto più grande d’Europa, nonché il principale crocevia delle diverse etnie e culture che abitano Torino.
Si vende di tutto, dall’abbigliamento, agli articoli domestici, dai fiori, alle scarpe, ma soprattutto generi alimentari. Di ogni tipo. A farla da padrone sono la frutta e la verdura, che arrivano quotidianamente in enormi quantità da ogni parte d’Italia, d’Europa e oltre e vengono vendute a prezzi decisamente bassi, tra i più bassi che si possano trovare nel nostro paese.
Ci sono prodotti di stagione, ma anche alimenti totalmente fuori stagione, come i pomodori e le melanzane a fine novembre, cosa a cui la grossa distribuzione ci ha purtroppo abituato. La parte dei contadini, piccola ma densa, è l’unica in cui si trovano solamente la frutta e la verdura della stagione corrente e i prezzi sono ragionevolmente più alti.
Tutta questa abbondanza è indubbiamente suggestiva e invitante, ma anche eccessiva. Qui a Porta Palazzo, come in gran parte dei mercati alimentari delle città italiane, ogni giorno rimane per terra tanto cibo ancora commestibile. In parte scartato perché vecchio o ammaccato e quasi impossibile da vendere, in parte abbandonato dai venditori, che riportano indietro solamente le cassette piene e non pochi pezzi rimasti. Paolo Hutter, direttore del notiziario ambientale Eco dalle Città, ha visitato Porta Palazzo a fine giornata con due giovani collaboratori, per vedere quanto cibo sprecato si può trovare in un giorno qualsiasi della settimana.
di Bruno Casula per Eco dalle Città