Bisogna essere orgogliosi di San Benedetto del Tronto, provincia di Ascoli Piceno, dove la buona volontà di pescatori, Capitaneria, Comune, Autorità Portuale, e delle aziende smaltimento rifiuti PicenAmbiente e Garbage e il prezioso sostegno di CNH Industrial e FPT Industrial, hanno dato vita a un progetto fantastico: “A Pesca di Plastica” è infatti l’iniziativa a cui hanno aderito per più di un mese 40 diversi pescherecci che una volta rientrati nel porto, hanno scaricato non solo il pescato, pronto per essere venduto, ma anche gli altri oggetti tirati su. Parliamo di una tonnellata di rifiuti alla settimana.
C’è però un buco legislativo ed è proprio per questo motivo che è stata lanciata la campagna dal Clean sea Life, progetto europeo finanziato nell’ambito dei programmi Life. Sì perché nelle direttive che disciplinano il trasporto rifiuti non si fa accenno a quelli marini e nessuno sa o ha il dovere di trattarli. “Un paradosso” come descrive la Repubblica, dato che “gli unici che sottraggono rifiuti a quella zuppa di plastica che stanno diventando i mari, sono costretti a rigettarli in acqua. E non potrebbero nemmeno buttarli di nuovo in mare una volta pescati, perché anche quello sarebbe illegale. I pescatori di San Benedetto hanno dato grande disponibilità a collaborare all’iniziativa. Oltre a migliorare, il loro lavoro assumerebbe anche una valenza sociale, per la salute dei mari ma anche del pesce che mettiamo in tavola”.
Intanto il Consiglio dei ministri ha licenziato ad aprile il disegno di legge ‘Salva mare’, che una volta approvato dal Parlamento dovrebbe permettere ai pescatori di trasportare i rifiuti in porto per poi essere trattati, smaltiti o riciclati.