Lo spreco alimentare in Italia ammonta a circa 16 miliardi di euro all’anno, che corrisponde all’1% del PIL: uno scandalo difficile da accettare. Dal packaging in carta e cartone arriva un contributo concreto per contrastare questo problema, e Comieco (Consorzio Nazionale per il recupero e riciclo degli imballaggi cellulosici) dimostra che la soluzione può essere molto più vicina di quanto si pensi. E’ quanto emerso recentemente dal convegno “Food packaging in carta e cartone: innovazioni contro gli sprechi” che si è svolto a Milano.
Il packaging delle confezioni dei prodotti, primo biglietto da visita di ogni alimento, diventa così uno dei possibili alleati per contrastare il grave problema dello spreco alimentare. Molti degli imballaggi prodotti in Italia, la cui quota cresce sempre di più nella raccolta differenziata, sono utilizzati nel settore alimentare, in particolare per frutta fresca, vino, acqua minerale e prodotti a base di pomodoro. Il packaging protegge il prodotto e fornisce al consumatore le informazioni per un’adeguata conservazione. Basti pensare che, nei Paesi come il nostro ad elevata concentrazione industriale e dove vi è una forte presenza di imballaggio, il deterioramento della merce è stato minimizzato e oggi si attesta intorno al 2-3%, mentre nei Paesi in via di sviluppo si arriva fino al 50% delle merci che viene perso a causa della scarsa o nulla efficacia della conservazione. In questo carta e cartone, per le loro caratteristiche di praticità, sicurezza e funzionalità sono dei veri maestri, e si prestano a moltissime innovazioni che, una volta applicate, potrebbero segnare un’importante svolta nella lotta contro lo spreco alimentare. L’Italia in questo senso ha compiuto un grandissimo passo in avanti: dal mese di settembre è infatti entrata in vigore la legge 166/2016, finalizzata alla riduzione dello spreco e che incentiva e promuove il più possibile la donazione, la trasformazione, la redistribuzione delle eccedenze non solo alimentari e lungo tutta la filiera.
Ma in che modo carta e cartone sono i “motori” della lotta allo spreco? Comieco lo spiega nel dettaglio nel nuovo volume “Packaging naturalmente tecnologico” realizzato in collaborazione con il Politecnico di Milano. Un approfondito excursus sulle innovazioni sostenibili per il food packaging in carta e cartone, alcune delle quali sono state discusse nel convegno alla presenza, tra gli altri, proprio dell’on. Chiara Gadda, firmataria della legge contro lo spreco, per capire quali tra le proposte discusse saranno le più indicate a trovare applicazione pratica. Fare innovazione con benefici tangibili per consumatori, aziende e con attenzione alla sostenibilità del sistema è un impegno che Comieco persegue da anni e che, grazie al contributo dato dalla legge Gadda potrà ora tradursi in nuove innovazioni e vantaggi concreti per tutti.
Il packaging funzionale
Fino a qualche anno fa il packaging dei prodotti limitava la sua funzione alla protezione del contenuto da contaminazioni esterne, migliorandone in questo modo la conservazione e fornendo al tempo stesso un supporto per comunicare informazioni per il consumatore. L’evoluzione in questo campo ha portato a nuovi scenari e alla contestuale definizione di un nuovo approccio, nel quale l’innovazione più significativa è rappresentata dal packaging funzionale o smart packaging. Questo termine si riferisce a quelle soluzioni in cui è previsto l’impiego di un materiale, un trattamento superficiale, una tecnica di confezionamento o altro in grado di svolgere una funzione aggiuntiva rispetto a quelle tradizionali di contenimento e generica protezione dei prodotti. Ad esempio il “packaging attivo” interagisce costantemente e attivamente con il prodotto contenuto, mentre il “packaging intelligente” è in grado di rappresentare oggettivamente la storia del prodotto e quindi il suo livello di qualità. Se da un lato l’evoluzione del packaging porta allo sviluppo di prodotti che offrono funzionalità aggiuntive, dall’altro lato la costante attenzione alle problematiche ambientali impone di ridurre all’essenziale il packaging per diminuire la quantità di rifiuti.
Cosa significa? Che studiare il packaging di un prodotto vuol dire anche pensare al suo possibile riciclo, alla riciclabilità dei materiali. L’esempio più immediato è costituito dallo sviluppo di materiali biodegradabili e le relative tecnologie di processo, ma anche tutti i trattamenti a base naturale che possono essere applicati ai materiali a base cellulosica, insieme a innovazioni quali la nanocellulosa e i nuovi materiali compositi a base cellulosica con aggiunta di biopolimeri. Senza dimenticare anche l’importante ruolo svolto dalle etichette che possono fornire informazioni sempre più precise su come conservare correttamente un prodotto prolungandone la shelf life o su come conferire la confezione nella raccolta differenziata.
Giuseppe Iasparra per Eco dalle Città