Non è un paese per vecchi

Se, guardando un vecchio film o un episodio della nostra serie tv preferita, dovessimo imbatterci in un particolare già visto prima, potrebbe non trattarsi di un semplice déjà vu.

Dai più semplici oggetti di scena ai costumi più pomposi, passando per interi set cinematografici, il mondo del piccolo e del grande schermo sembra prestare grande attenzione alla cultura del riuso. Nonostante budget da capogiro, infatti, autori e scenografi conoscono molto bene il valore delle cose e l’importanza di dar loro una nuova vita.

Anche sotto i riflettori, dunque, vale la regola del “non si butta via niente”, e sono tantissimi gli oggetti che nel corso degli anni sono passati da un set all’altro. Una vera staffetta del risparmio attraverso cui ottimizzare al meglio le risorse a disposizione.

Celebre e paradigmatico è il caso di un quotidiano che sembra essere davvero onnipresente. Si tratta di un giornale fittizio, realizzato negli anni ’60 dalla società The Earl Hays Press, che nell’arco della sua longeva carriera è stato letto e riletto dai protagonisti dei successi più disparati, tra cui il film “Non è un paese per vecchi” e le serie tv “Dallas”, “Mad Men”, “Scrubs”, “Streghe”, “Modern Family” e “Desperate Housewives”.

Il quotidiano della The Earl Hays Press in “Scrubs”

Il quotidiano della The Earl Hays Press in “Scrubs”

Altri esempi di riutilizzo hollywoodiano non possono sfuggire agli spettatori più attenti. In “Kill Bill”, durante il memorabile duello al ristorante tra Uma Thurman e Lucy Liu, le spade utilizzate sono le stesse maneggiate qualche anno dopo da Devon Aoki in “Sin City”.

Allo stesso modo, ritroviamo il futuristico marchingegno di “Ghostbusters” nei film “Essi Vivono” e “Cose dell’altro mondo”, o il jet di “True Lies” in “The Avengers”. La vasca da cui nasce il protagonista del “Rocky Horror Picture Show” non è altro che un oggetto di scena recuperato dal set di “La vendetta di Frankenstein”, così come l’idolo d’oro di “Indiana Jones e i predatori dell’arca perduta” è lo stesso che riappare nel film “The Majestic”.

Anche un cult come “Via col vento” può essere annoverato tra le pellicole attente al riutilizzo. I rottami della famosa scena dell’incendio di Atlanta provengono direttamente dai set di “King Kong” del 1933 e de “Il Giardino di Allah” del 1936.

Il Quality Cafè in “Old School” e “500 giorni insieme”

Il Quality Cafè in “Old School” e “500 giorni insieme”

Talvolta le produzioni scelgono di riciclare interi set, come tradizionalmente accadeva negli studios in cui le grandi ambientazioni create per i kolossal venivano sfruttare appieno per la realizzazione dei cosiddetti b-movie.

Tale pratica è tutt’altro che superata. Il Quality Cafè del film “Mr. And Mrs. Smith”, con Brad Pitt e Angelina Jolie, è proprio lo stesso locale che ritroviamo in “Se7en”, “Fuori in 60 secondi”, “Prova a prendermi” e “Training Day”. In “Old School” e “500 giorni insieme”, ad essere ‘riutilizzata’ è persino la stessa angolazione della cinepresa.

Un altro dei set più riproposti è la Munsters House, una costruzione divenuta famosa negli anni ’60 grazie alla serie tv “I Mostri” e che, nel corso del tempo, ha fatto diverse comparsate in serie come “L’incredibile Hulk”, “La signora in giallo” e “Desperate Housewives”.

Il cappotto di Kate Winslet in “Titanic” indossato da Alexis Bledel in “Tuck Everlasting – Vivere per sempre”

Il cappotto di Kate Winslet in “Titanic” indossato da Alexis Bledel in “Tuck Everlasting – Vivere per sempre”

Le buone pratiche di riutilizzo sono un must anche per il settore costumi, e chi crede che le attrici di Hollywood si rifiutino di riciclare gli abiti delle colleghe si sbaglia di grosso. Tra i capi di abbigliamento riproposti c’è il celebre cappotto di Kate Winslet in “Titanic”, riadattato e indossato qualche anno dopo da Alexis Bledel sul set di “Tuck Everlasting – Vivere per sempre”. Innumerevoli sono i casi di riuso da parte di Maggie Smith e dell’intero cast di “Downton Abbey”, dall’abito di seta blu indossato da Uma Thurman in “The Golden Bowl” al vestito rosso di Catherine Zeta-Jones in “Houdini – L’ultimo mago”.

Che si tratti di un giornale o di uno sfarzoso abito da sera, il mondo dello spettacolo si dimostra sempre pronto a dare il buon esempio in fatto di riutilizzo e di recupero. Un’abitudine nobile che non passa inosservata agli occhi delle fandom. Sono diversi i blog e i forum che si divertono ad individuare e segnalare questi affascinanti Easter eggs, aggiornando l’elenco di chi si fa portatore di un messaggio importante che ci insegna a non sprecare e a dare alle cose nuove opportunità.

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Alberto Pinto