Straw Patrol nasce dalla forte spinta idealista della fondatrice Carla Lourenço e grazie alla sua sensibilità. La giovane biologa marina portoghese decide, infatti, di fondare l’associazione in seguito alla visione di un filmato divenuto virale sui social nel 2015. Il video, girato in Costa Rica, riprendeva l’operazione di liberazione di una sfortunata tartaruga da una cannuccia rimastale impigliata in una narice. Come la visione di questo evento ha scosso Carla e l’ha portata ad attivarsi in prima persona, così l’intento di Straw Patrol vuol essere innanzitutto accrescere la consapevolezza dei cittadini, siano essi adulti o bambini.
“Straw Patrol è il risultato del desiderio di cambiare il mondo. Qui, ti mostreremo non solo l’impatto dei rifiuti marini, ma come puoi contribuire a creare un ambiente più sano, con gli oceani privi di plastica. In particolare, vogliamo sensibilizzare alla necessità di ridurre il consumo di cannucce di plastica, i suoi impatti e le alternative. Insieme possiamo essere il cambiamento, possiamo fare la differenza”. Questo quanto si legge sulla loro pagina Facebook.
La fondazione della “Pattuglia delle cannucce” nel 2016 – questa la traduzione del nome scelto – ha dato il via ad una serie di iniziative volte a ridurre i rifiuti abbandonati sulle spiagge, nonché a proteggere l’oceano e l’ambiente circostante, ma anche ad educare e sensibilizzare la popolazione.
“Educare, ridurre e proteggere” è un po’ il motto di Straw Patrol. Spesso i progetti raggruppano tutti e tre gli obiettivi in un’unica azione. E’ il caso delle azioni di pulizia svolte mensilmente sulle spiagge: l’esempio più concreto, che prevede una partecipazione attiva di volontari, in buona parte studentiuniversitari di biologia. Le campagne di raccolta sono rivolte a chiunque voglia partecipare, persone di qualsiasi età, che rispondano all’appello lanciato su Facebook alcuni giorni prima. Talvolta capita si aggiungano sul momento anche persone che si sono imbattute casualmente nel gruppo di pulizia il giorno stesso della raccolta in spiaggia.
Prestandosi a queste attività in prima persona, è più facile rendersi conto della mole di rifiuti che vengono abbandonati e che corrono l’altissimo rischio di finire in mare e danneggiare così fauna e flora marine.
Uno degli obiettivi è, infatti, quello di informare e avvisare sul problema dei rifiuti marini, in particolare sull’impatto della plastica usa e getta e delle insidiose microplastiche. L’organizzazione si occupa inoltre, come da nome, di scoraggiare l’uso di cannucce e il lancio in aria di palloncini, due abitudini dannosissime per l’ecosistema.
Ogni azione di pulizia è ben preparata: vengono distribuiti sacchetti e guanti riutilizzabili (non usa e getta) ad ogni volontario. A fine raccolta, tutta l’immondizia recuperata viene pesata e i dati vengono riportati in una scheda riassuntiva. In alcuni casi, vengono raggruppati e conteggiati separatamente specifici rifiuti, come mozziconi o cannucce, per effettuare reportage significativi della situazione.
Gran parte degli scarti recuperati sulle spiagge deriva dall’attività della pesca: oggetti di dimensioni consistenti ed utensili abbandonati dai pescatori o dispersi in mare e col tempo insabbiatisi. Questo si verifica soprattutto sulle spiagge interne delle isole “barriera”, che affacciano sulla laguna, dove sono state ritrovate trappole per pesci e polipi, corde, reti e boe. Sulle spiagge che, invece, danno direttamente sull’oceano si rinvengono soprattutto cartacce e involucri di merendine o bottigliette lasciati dai turisti e innumerevoli microscopici pallini di polistirolo che approdano sulla sabbia portati dalle correnti oceaniche. Si può immaginare quanto difficile e capillare debba essere la selezione di questi infinitesimali pezzetti di plastiche inquinanti.
Ecco perché, Straw Patrol è fortemente impegnata nel seminare il buon esempio. Ogni nostro più piccolo gesto di accortezza può salvare la vita di un animale e aiutare a salvaguardare la nostra salute e il benessere dell’ambiente. Un messaggio che la coordinatrice Carla Lourenço e i suoi volontari portano periodicamente di scuola in scuola:
“Nelle scuole facciamo sempre lezioni adattate al tipo di pubblico, perché le lezioni vanno dalla pre-scuola all’università. Abbiamo una mini esposizione di rifiuti marini, con i rifiuti raccolti qui in Algarve e quindi, a seconda dell’età e del tempo che abbiamo a disposizione, facciamo diverse attività. Con i bambini in età prescolare giochiamo, facciamo disegni della spiaggia e dei rifiuti marini; con i più grandi, quando possibile, facciamo piccole esperienze con campioni di prodotti cosmetici per far conoscere le microplastiche e scoprire se si degradano nell’acqua”.
Microplastiche, particelle microscopiche contenute in vestiti sintetici e cosmetici che ogni giorno vengono a contatto con le acque contaminandole. Straw Patrol lotta anche contro questo impercettibile ma ormai riconosciuto nemico ambientale proponendo campagne di sensibilizzazione volte alla sospensione dell’utilizzo di abiti in fibre sintetiche,come il pile, e di cosmetici,come scrub o dentifrici con microsfere.
Non tutto si può risolvere con la pulizia delle spiagge. Le operazioni di pulizia sono certamente efficaci per tutto ciò che le nostre mani sono in grado di rastrellare, ma ovviamente sono pressoché impotenti davanti all’impatto che producono le microparticelle.
E’ necessario prevenire attraverso le nostre quotidiane azioni ed educare alle buone abitudini, affinché non ci sia bisogno di correre ai ripari, contribuendo a creare un Pianeta più sostenibile.
Tutti possiamo fare qualcosa di concreto per migliorare le condizioni del nostro ambiente e dei luoghi in cui viviamo ogni giorno. Dal 1° marzo al 30 giugno 2018 torna la campagna Let’s Clean Up Europe che vedrà coinvolti tutti coloro che vorranno presentare azioni di pulizia del territorio. Per presentare la vostra azione come associazione o singoli privati curiosate qui, avrete tempo di iscrivervi fino al 4 maggio.
Fonti: Carla Lourenço e volontari di Straw Patrol, sulinformacao.pt, swell-algarve.com