I numeri relativi ai rifiuti costituiti da plastica presenti nei nostri oceani sono allarmanti. Uno studio pubblicato dalla Fondazione Ellen MacArthur a gennaio 2016 ha calcolato che ogni anno nelle acque oceaniche finiscono 8 milioni di tonnellate di plastica. Dalla ricerca è emerso anche che, proseguendo a questi ritmi, nel 2050 gli oceani potrebbero contenere più bottiglie di plastica che pesci.
Secondo quanto sostenuto di recente dall’ONU, questi rifiuti causerebbero da un lato la distruzione della pesca, del turismo e della fauna, rischiando di essere potenzialmente ingeriti dal 99% degli uccelli marini, e dall’altro almeno 8 miliardi di dollari di danni agli ecosistemi oceanici.
Per fronteggiare concretamente la drammatica situazione in atto, l’ONU ha deciso di lanciare la campagna “CleanSeas”, che punta all’eliminazione totale, entro il 2022, delle principali fonti di inquinamento plastico marino: dall’eccessivo uso di oggetti usa-e-getta, come bottiglie e buste, alle microplastiche dei cosmetici.
L’iniziativa, presentata al World Ocean Summit che si è tenuto a Bali dal 22 al 24 Febbraio 2017, rappresenta un vero e proprio movimento globale, che si rivolge ai Governi, alle industrie e ai singoli consumatori, con l’appello a ridurre con urgenza l’uso di plastica, che sta progressivamente distruggendo gli ecosistemi oceanici, minacciando la stessa salute dell’uomo.
Le iniziative dei Governi
Sono numerosi i Paesi che hanno già aderito alla campagna. Tra questi: Belgio, Costa Rica, Francia, Grenada, Indonesia, Norvegia, Panama, Saint Lucia e Sierra Leone. Le azioni intraprese dai Governi sono di natura diversa. L’Uruguay, ad esempio, ha deciso di introdurre una tassa sui sacchetti di plastica entro il 2017. Il Governo del Kenya ha, invece, optato per mettere al bando l’utilizzo, la produzione e l’importazione di ogni tipo di sacchetto di plastica.
Gli Sponsor e i Testimonial
L’appello delle Nazione Unite è stato accolto anche da vari testimonial e sponsor. Il colosso dei computer Dell ha annunciato che userà la plastica recuperata dagli oceani per confezionare i propri prodotti. Il cantautore Jack Johnson ha promosso il documentario “The Smog of the Sea”, focalizzato sul problema delle microplastiche negli oceani, e ha annunciato che incoraggerà i suoi fan a ridurre l’uso della plastica. La modella Nadya Hutagalung si è rivolta alle aziende cosmetiche, chiedendo di non utilizzare più microplastiche nei prodotti. L’attore Adrian Grenier si è appellato alla gente comune, evidenziando la necessità di ripensare alle proprie scelte di vita.
Molto, infatti, può essere fatto da ciascuno di noi nella propria quotidianità: dal semplice gesto di non usare cannucce di plastica fino a dimostrazioni di senso di civiltà, evitando il diffuso fenomeno del beach littering, ovvero l’abbandono di rifiuti sulle spiagge.
L’obiettivo di #CleanSeas è senza dubbio ambizioso. Ma con volontà e collaborazione può essere raggiunto.
Anche tutti voi potete dare un grande contributo! Perché non iniziare, partecipando a Let’s Clean Up Europe 2017? Pensate a un’azione di pulizia… e iscrivetevi!