Uno strano astronauta ha girovagato per New York per 30 giorni. Vestito in modo a dir poco anomalo, Rob Greenfield ha sconvolto i suoi concittadini; tra settembre e ottobre scorsi, infatti, ha girato per le strade newyorkesi, preso la metropolitana e fatto la spesa, provocando storcimenti di naso e disgusto. Nessuno voleva stargli vicino, ma questo ha fatto sì che inevitabilmente fosse notato.
Non si è trattato di un’idea stravagante per lanciare una nuova moda, ma di un vero e proprio atto di protesta. L’obiettivo: richiamare le coscienze al rispetto dell’ambiente e sottolineare quanto necessario sia ridurre i rifiuti all’origine, già durante la scelta dei prodotti al momento dell’acquisto.
Rob Greenfield, attivista ambientalista, ha così deciso di portarsi letteralmente addosso la spazzatura prodotta da se stesso nell’arco di un intero mese. Confezionato un “abito” che gli consentisse quest’operazione, ha svolto la sua routine osservando le persone che incontrava e cercando di seminare una fondamentale lezione di educazione ambientale. Spesso anche tentando sondaggi e intervistando i suoi concittadini.
Con il suo progetto Trash me, l’attivista newyorkese ha voluto provocare la popolazione con una tecnica d’urto, un gesto simbolico affinché ci si potesse rendere conto di quanta immondizia produce anche solo un abitante del nostro pianeta.
Difficilmente ci si sofferma a domandarsi quanti rifiuti abbiamo prodotto e quale impatto possa avere il nostro stile di vita sulle risorse planetari e sulla salubrità dell’ambiente in cui viviamo.
Si è stimato che un Americano produca rifiuti per una media di 2 kg al giorno. Su questo modus vivendi si è orientato Rob per condurre il suo esperimento. Solitamente conduce una vita a impatto zero, ma per la durata del suo progetto ha seguito lo stile dell’Americano medio. A fine mese, infatti, ha stimato di aver raccolto i propri rifiuti per un totale di 60 kg. Questo deve portarci a pensare come assumerci le nostre responsabilità. Allargando i dati ai 7 miliardi di persone che abitano sulla Terra, si pensi quale insostenibile impatto abbiamo su risorse e capacità di smaltimento del nostro pianeta. In uno dei video messi online per ampliare l’utenza della sua campagna, Rob sostiene che questo esperimento sia stato fisicamente faticoso e lo compara allo sforzo quotidiano fatto dalla Terra: “E’ stato abbastanza difficile indossare la mia stessa spazzatura per un mese, immaginate come si sente il pianeta a portarsi addosso i rifiuti dell’intera razza umana.”
La sua sconvolgente iniziativa, infatti, è nata a seguito di alcune riflessioni, in merito alle dimensioni titaniche che stanno acquisendo le discariche, ai danni che i rifiuti stanno causando a livello mondiale e alla tragica condizione degli oceani, strabordanti di immondizia.
Rob non è nuovo a sperimentazioni simili ed estreme. Negli anni ha portato avanti iniziative contro l’eccessivo e insensato consumo idrico – non facendosi la doccia per un anno, mantenendo comunque la sua igiene – e contro lo spreco alimentare, nutrendosi esclusivamente di cibo gettato via.
Siamo tutti chiamati a diffondere il messaggio di Rob, magari anche in modo meno eclatante. Intanto, siamo tutti invitati a partecipare, dal 1° marzo al 30 giugno 2017, alla nuova iniziativa coordinata dalla SERR: la campagna Let’s Clean up Europe! raccogliendo azioni volte a ripulire il nostro ambiente e responsabilizzare contro l’abbandono dei rifiuti.