Il packaging costituisce un elemento strategico che può influenzare in maniera determinante l’immagine e quindi la competitività di un’azienda. Se infatti fino a poco tempo fa ciò che veniva acquistato era il contenuto, adesso la scelta è condizionata in maniera crescente anche dal suo involucro e dai valori che esso trasmette. Secondo una ricerca commissionata nel 2015 da Tetrapak, circa il 70% dei consumatori è disposto a spendere di più per un prodotto eco-friendly. E non solo per il prodotto in sé, ma anche per un packaging più sostenibile: dai prodotti alimentari, a quelli legati alla salute e bellezza, fino all’abbigliamento e agli oggetti per la casa, una confezione amica dell’ambiente contribuisce a migliorare la percezione del prodotto e a renderlo più attraente per il consumatore attento. Per questo motivo, negli ultimi anni si è assistito ad una vera e propria evoluzione del comparto del packaging, che ha dato vita a nuove forme e materiali innovativi. Vediamo alcuni fra gli esempi più curiosi e green.
1) Packaging idrosolubile. Dissolve è un imballaggio per lo spazzolino da denti realizzato dal designer canadese Simon Laliberté in PVA, un composto polivinilico non tossico e biodegradabile al 100%, mescolato a pasta cellulosica. L’imballo, stampato con inchiostro a base di soia, mira a raggiungere l’obiettivo zero scarti: è infatti completamente idrosolubile in acqua in appena 10 secondi, senza lasciare alcuna traccia. Aaron Mickelson, invece, per la sua tesi di laurea ha messo a punto The disappearing package, un progetto volto a ridurre al minimo la produzione di rifiuti attraverso cinque idee di packaging alternativi e sostenibili per altrettanti prodotti di uso comune. Fra queste, la scatola della saponetta che si scioglie completamente, senza lasciare residui, sotto l’acqua della doccia. Anche in questo caso il materiale utilizzato è totalmente naturale e non tossico.
2) Packaging riutilizzabile e multifunzione. Prima packaging, poi gadget: sono le scatole per pizza da asporto con inseriti nel coperchio dei puzzle tridimensionali, ottenuti con tecnologia laser di precisione. Il risultato è duplice: un gioco didattico costruttivo e una ricaduta ambientale positiva, attraverso un utilizzo alternativo di parte dell’imballaggio dopo il suo uso, sfruttando al massimo il packaging e regalandogli una seconda vita. Steve Halsip, un designer newyorkese, quando era ancora studente ha invece ideato Hangerpack, un imballaggio da spedizione che si trasforma in stampella per gli abiti, cambiando funzione per ridurre gli sprechi ed evitare la produzione di rifiuti. Hangerpack non è in commercio, ma ha vinto il D&AD Student Award nel 2007.
3) Packaging organico. Happy Eggs è un packaging sostenibile per uova realizzato in paglia pressata da Maja Szczypek. Il progetto è focalizzato sull’uso di materiali totalmente naturali, riciclabili e su metodi di produzione sostenibili. Happy Eggs è economico e totalmente biodegradabile, oltre a ricordare al tatto, alla vista e anche all’olfatto le origini del prodotto che contiene.
Naturally Clicquot 3 è un packaging organico e sostenibile per il famoso champagne, composto di un materiale derivato dagli scarti di lavorazione dell’uva. Oltre all’impiego di questo materiale ecologico, vengono utilizzate vernici prive di solventi per la grafica e un composto a base di canna da zucchero per incollare l’etichetta.
4) Packaging usa-e-pianta. ‘Eat your food, grow a plant, save a planet’: è questo lo slogan che campeggia sul contenitore per alimenti ideato dal designer slovacco Michal Marka, che dopo l’uso si trasforma in una ciotola per coltivare erbe aromatiche. L’autore dell’originale progetto ha pensato proprio a tutto: i materiali utilizzati sono tutti biodegradabili e sotto l’etichetta adesiva si trovano i semini da piantare. Un po’ di ghiaia, un pugno di terriccio, acqua e una settimana di pazienza per vedere spuntare i primi germogli. Ben Huttly, invece, ha inventato delle etichette vegetali per ortaggi, totalmente biodegradabili. Oltre ad essere incise col laser invece che stampate con inchiostro, contengono dei semi e si possono quindi piantare per veder crescere una piantina della stessa specie dell’ortaggio che contenevano.
5) Packaging commestibile. E se oltre al contenuto si potesse mangiare anche il suo contenitore? Quale miglior soluzione per non produrre neanche un rifiuto durante i pasti! Ispirandosi alla frutta, la cui buccia è quasi sempre edibile assieme alla polpa, il professore di Harward David Edwards ha messo a punto WikiCells e WikiPearls, una serie di involucri commestibili fatti di noci, frutta secca e semi per contenere cibi solidi e liquidi. Nessuno spreco: l’alimento o la bevanda contenuta nell’imballo conservano tutta la loro freschezza così come il sapore, che anzi risulta esaltato dall’involucro.
Scoff-ee Cup è una tazzina da caffè commestibile pensata dal team del Robin Collective (un collettivo di designer, chef e artisti) per la catena americana KFC. Scoff-ee Cup è composta da un biscotto avvolto in un rivestimento di zucchero e uno strato di cioccolato bianco resistente al calore, che si scioglie in bocca ma non in mano. Le tazzine sono aromatizzate con diverse essenze come olio di cocco, erbe e fiori, allo scopo di emanare col calore profumi positivi e confortevoli associati al caldo, al sole e all’estate.
Nati da un’idea delle designer Chelsea Briganti e Leigh Ann Tucker, Loliware Edible Cups sono invece bicchieri commestibili prodotti a partire da un materiale a base di alga agar-agar ed essenze naturali a base di frutta. I bicchieri sono disponibili in diversi gusti: Yuzu Citrus, Tart Cherry, Matcha Green Tea, Vanilla Bean o naturale senza aromi. Possono contenere acqua o altri liquidi freddi o a temperatura ambiente, ma anche gelati e dessert. Una volta finito il drink, Loliware si può sgranocchiare o compostare nell’umido, essendo naturale al 100% e totalmente biodegradabile.
Altre interessantissimi progetti ed esempi di packaging commestibile sono raccontati qui, qui e qui. Buona lettura… e buon appetito!
1 comment
aurora pozzi says:
mag 28, 2018
W la frutta