Mezzo di aggregazione e di riflessione, il cinema ha sempre dimostrato la sua efficace capacità di parlare ai singoli e alla collettività, con un linguaggio originale ed unico nel suo genere. Attraverso la magia del grande schermo è possibile cogliere gli aspetti peculiari del nostro tempo, comprenderli più a fondo e trovare il giusto stimolo per diventare protagonisti delle nostre azioni.
È con questo spirito che il Festival CinemAmbiente di Torino partecipa all’edizione 2016 della Settimana Europea della Riduzione dei Rifiuti, in programma dal 19 al 27 novembre, che ha come tema centrale quello del waste packaging e del suo impatto ambientale.
Per l’occasione, il Festival ha deciso di proporre una selezione speciale di proiezioni che unisce alcuni tra i suoi migliori documentari sul tema. L’obiettivo è quello di ricorrere al fascino del cinema e del genere documentaristico per entrare nel cuore della questione e far crescere la consapevolezza riguardo ad un problema di massima urgenza. Ecco, nel dettaglio, i titoli proposti da CinemAmbiente.
Il consumo quotidiano di plastica e imballaggi ha raggiunto negli ultimi anni proporzioni insostenibili, causando gravi danni in termini di accumulo di rifiuti e di riversamento di sostanze tossiche in natura. “Trashed” (Gran Bretagna, 2012), diretto da Candida Brady, approfondisce gli effetti ambientali di questa emergenza globale, seguendo il significativo viaggio dell’attore hollywoodiano Jeremy Irons. Sul tema delle conseguenze ambientali dei rifiuti anche “Dark Side of the Chew” (Canada/Messico, 2014), di Andrew Nisker. Apparentemente innocue, le gomme da masticare costituiscono rifiuti onnipresenti e difficili da smaltire. Il regista ha scelto di incontrare produttori, ricercatori, attivisti ed esperti per portare a galla i dati scioccanti che riguardano uno dei rifiuti più comuni del mondo, particolarmente insidioso per il nostro pianeta.
“La Tragedia Electrónica” (Spagna, 2014) si concentra invece sul tema dell’e-waste. I rifiuti elettronici prodotti ogni anno nel mondo sono circa cinquanta milioni di tonnellate, ma il 75% di questi viene sottratto al regolare smaltimento dando vita ad un circuito illegale molto fruttuoso. Il documentario di Cosima Dannoritzer mostra l’impatto disastroso e inaspettato che questi traffici hanno sull’ambiente e sulla nostra sicurezza. Allo stesso modo, “E-Wasteland” (Australia, 2012) di David Fedele segue il percorso che i rifiuti elettronici compiono nei paesi del terzo mondo, tra abusivismo e mercato illegale di materiali ad alto tasso di pericolosità.
Tra i temi ricorrenti dei film proposti dal Festival CinemAmbiente c’è quello dello zero waste, che racchiude le buone pratiche di riduzione per azzerare la produzione di rifiuti. “Racing to Zero” (USA, 2014) di Christopher Beaver parte dalla sfida lanciata dalla città di San Francisco per raggiungere entro il 2020 l’obiettivo rifiuti zero. Il film segue il percorso cittadino di smaltimento per provare a guardare ai rifiuti come ad una risorsa da poter sfruttare. A San Francisco, e al suo ottimale sistema di raccolta differenziata, guarda anche “Zero Waste” (Italia, 2011), film di Victor Ibanez che ci porta oltreoceano insieme a Francesco Barbieri, deciso a conoscere una realtà alternativa per riuscire a fermare la costruzione di un inceneritore a Parma.
Tutto italiano il racconto di “Meno 100 chili – Ricette per la dieta della nostra pattumiera” (Italia, 2013) di Emanuele Caruso, che ci porta alla scoperta delle buone pratiche già in atto nel nostro Paese attraverso testimonianze di un’alternativa possibile ed efficace per il bene dell’ambiente. “Divide in Concord” (USA, 2013) di Kris Kaczor, ha invece come sua protagonista Concord, la cittadina del Massachusetts che ha dato i natali a Henry David Thoureau, antesignano del movimento ambientalista, e che nel presente si trova al centro di una battaglia contro le bottiglie di plastica condotta energicamente dall’ottantaquattrenne Jean Hill.
“Con la partecipazione alla Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti CinemAmbiente intende dare un importante contributo per incoraggiare il maggior numero di soggetti a diventare attori di un cambiamento significativo”, ha dichiarato Gaetano Capizzi, direttore del Festival. “I documentari che abbiamo scelto di proporre, così come i tanti altri che sono a disposizione sul tema, affrontano la questione dei rifiuti nella loro trasversalità e dimostrano ancora una volta come il cinema con il suo intrinseco fascino e l’immediatezza delle immagini possa assolvere una funzione educativa importante e necessaria, facendo breccia nelle coscienze degli individui e quindi incidendo concretamente sulla realtà quotidiana cambiando abitudini e prospettive”.
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