Per logica e senso pratico immaginare o spiegare concretamente cosa sia un imballaggio è abbastanza facile e, per certi versi, molto intuitivo. La stessa Treccani infatti, lo definisce come “qualsiasi involucro (tela, ceste, casse, scatole, ecc.) usato per racchiudervi e proteggere la merce da spedire o trasportare”.
Il tema scelto dalla SERR 2016 è la riduzione degli imballaggi e del loro impatto sull’ambiente attraverso la diminuzione, il riuso ed il loro corretto riciclo. Quindi capire e avere una definizione condivisa è fondamentale per intraprendere azioni efficaci e per una raccolta differenziata di qualità.
In soccorso arriva la sentenza di qualche giorno fa (il 13 ottobre 2016, nda) del Tribunale di Roma (Sezione Ottava – Giudice Dott. D’Alessandro) che mette finalmente la parola fine alla controversia su cosa è un imballaggio o cosa si intende per imballaggio. La controversia contrapponeva il Conai e alcune aziende, che in virtù di una errata interpretazione della legge, non ritenevano i loro prodotti degli imballaggi e di conseguenza non versavano il contributo ambientale.
Ovviamente, in questo momento entrare nel merito della sentenza è di poco interesse, ma sapere che le grucce, i pallet, i contenitori, le casse per trasportare e movimentare i prodotti sono da considerarsi a tutti gli effetti imballaggi è una informazione molto utile.
Infatti alcune volte è davvero difficile distinguere cosa è un imballaggio e cosa no, e la lingua non aiuta, anzi tutt’altro. Basta citare un esempio davvero eclatante per capire che sbagliare è molto facile. La carta da imballaggio, quella con la quale si incartano i regali, cosa è?
Non è un imballaggio.
Una guida molto utile (che invito a visionare, nda) per una panoramica su cosa è un imballaggio e cosa no è quella proposta sul sito del Conai che traduce l’articolo 218 della legge del 3 aprile 2006, n. 152, in una semplice tabella.
Mentre, per i più curiosi, la legge definisce i vari tipi di imballaggi in queste categorie:
a) imballaggio: il prodotto, composto di materiali di qualsiasi natura, adibito a contenere determinate merci, dalle materie prime ai prodotti finiti, a proteggerle, a consentire la loro manipolazione e la loro consegna dal produttore al consumatore o all’utilizzatore, ad assicurare la loro presentazione, nonché gli articoli a perdere usati allo stesso scopo
imballaggio per la vendita o imballaggio primario: imballaggio concepito in modo da costituire, nel punto di vendita, un’unità di vendita per l’utente finale o per il consumatore;
c) imballaggio multiplo o imballaggio secondario: imballaggio concepito in modo da costituire, nel punto di vendita, il raggruppamento di un certo numero di unità di vendita, indipendentemente dal fatto che sia venduto come tale all’utente finale o al consumatore, o che serva soltanto a facilitare il rifornimento degli scaffali nel punto di vendita. Esso può essere rimosso dal prodotto senza alterarne le caratteristiche;
d) imballaggio per il trasporto o imballaggio terziario: imballaggio concepito in modo da facilitare la manipolazione ed il trasporto di merci, dalle materie prime ai prodotti finiti, di un certo numero di unità di vendita oppure di imballaggi multipli per evitare la loro manipolazione ed i danni connessi al trasporto, esclusi i container per i trasporti stradali, ferroviari marittimi ed aerei;
e) imballaggio riutilizzabile: imballaggio o componente di imballaggio che e’ stato concepito e progettato per sopportare nel corso del suo ciclo di vita un numero minimo di viaggi o rotazioni all’interno di un circuito di riutilizzo.
Luigi Vendola per Eco dalle Città