Il tema scelto nel 2016 per la Settimana europea per la riduzione dei rifiuti (SERR) è la riduzione dell’impatto degli imballaggi, attraverso la diminuzione, il riuso ed il loro corretto riciclo. Un tema importante quello degli imballaggi che se affrontato correttamente può determinare una sostanziale riduzione dei rifiuti e non solo.
Ma qual’è la situazione degli imballaggi in Italia? Di che numeri parliamo? E chi si occupa della gestione degli imballaggi a fine vita?

Nel 2015 sono state 12 milioni le tonnellate di imballaggi sono state immesse sul mercato nazionale, di queste 8 milioni sono state avviate a riciclo (circa il 67%), un aumento di 2,7 punti percentuali rispetto al 2014. A queste va aggiunto anche 1,3 milioni di tonnellate di imballaggi avviate al recupero energetico, e quindi bruciate negli inceneritori, che fanno salire la percentuale di imballaggi recuperati al 77%. Ottimi numeri che fanno ben sperare ma che secondo il direttore generale di Conai Walter Facciotto: “C’è ancora molto da fare, ma di strada ne abbiamo percorsa molta”.

cassonetti

In Italia le imprese versano nelle casse di Conai il contributo ambientale, ovvero un contributo per ogni imballaggio immesso sul mercato, denari che poi vengono utilizzati per coprire i maggiori oneri dovuti alla raccolta differenziata e “raggiungere gli obiettivi di legge di riciclo e recupero”. Inoltre per ogni tonnellata di materiali riciclabili raccolta dai comuni, viene corrisposta una quota che entra direttamente nelle casse comunali.
Un sistema che si basa sul peso dell’imballaggio immesso sul mercato e che spinge le aziende a dotarsi di imballaggi sempre più leggeri, così da ottenere un duplice vantaggio. Il primo (forse il più  amato dalle aziende, nda) è quello di minori contributi versati al Consorzio Conai, mentre il secondo, il più importante, è quello relativo all’impatto ambientale. Infatti con imballaggi più “leggeri” si utilizzano meno materie prime e di conseguenza si producono meno rifiuti da imballaggio.

riciclo

Il Conai non è solo questo. Infatti, per supportare e migliorare il recupero dei materiali, il consorzio mette in campo una serie di progetti e attività che vanno, dal semplice (ma in realtà semplice non è) sconto per i comuni relativo all’acquisto di contenitori e attrezzature per la raccolta differenziata, a veri e propri progetti di sensibilizzazione sulla raccolta differenziata, un esempio su tutti le Cartoniadi (una gara a chi differenzia di più). Ma le iniziative del Conai non finiscono qua e ogni anno nuovi progetti nascono per sostenere e migliorare la raccolta differenziata. Un progetto davvero meritevole è il “Bando prevenzione”, un concorso per premiare le aziende che innovano di più, ovvero su chi realizza soluzioni di packaging più innovative e sostenibili. I criteri utilizzati per valutare questi nuovi packaging sono: riutilizzo, risparmio di materia prima, utilizzo di materiale riciclato, ottimizzazione della logistica, semplificazione del sistema di imballo e ottimizzazione dei processi produttivi. Insomma non un premio qualsiasi, ma un sostegno concreto di 300mila euro alle aziende per l’innovazione, e per sviluppare al meglio la green ecomomy e l’economia circolare.

Ma il legislatore nell’ultimo periodo ha pensato di aprire il mercato della raccolta differenziata e del riciclo anche ad altre aziende e consorzi, cercando di affiancare all’ottimo lavoro fin qui svolto da Conai nuovi attori nel settore. Infatti nell’ddl Concorrenza in discussione al Senato, l’articolo 45 spinge il sistema verso “un assetto pluralistico e concorrenziale”.

Luigi Vendola per Eco dalle Città