Tutti conoscono Eataly e tutti conoscono il concept imprenditoriale del suo successo, in Italia e nel mondo. Un concept che fa della commercializzazione delle eccellenze dell’agro alimentare italiano il suo punto di forza. Certo, non si troverà il pregiato e stagionalissimo fiorone “Menghtàur” (”Domenico Tauro”) ma l’Italia è piena di così tante eccellenze, che è davvero difficile esporle tutte in un banco dell’ortofrutta, anche se enorme come quello di Eataly.
Però in pochi sanno, o forse no, che dal mese di maggio di quest’anno in tutti gli store Eataly per confezionare i prodotti alimentari e consumare i pasti vengono utilizzati solo prodotti in Mater-Bi, 100% compostabili, grazie ad uno storico accordo fatto con Novamont. Il tutto nell’ottica della sostenibilità e dell’economia circolare, e come ha precisato lo stesso patron di Eataly Oscar Farinetti: “Comportarsi bene deve diventare bello, cool, noi imprenditori dobbiamo essere i primi a fare qualcosa, a dare il buon esempio. Il modello da sviluppare è all’insegna della qualità, collegando tradizione e innovazione”.
Forti del messaggio lanciato da Farinetti e quasi per caso, perché diretti al Ministero dell’Ambiente, ci siamo imbattuti nello store romano di Eataly. Ad attirare l’attenzione sono stati i bidoncini colorati all’esterno della struttura, dove i clienti (ma anche i passanti) possono gettare i propri rifiuti differenziandoli. E già questo è qualcosa di eccezionale. Ma dal lato opposto del marciapiede c’è una impressionante “batteria” di bidoni per la raccolta indifferenziata dei rifiuti. Tutto lecito per carità, Ama Roma (l’azienda che gestisce i rifiuti della Capitale) avrà pensato bene di posizionarne un bel po davanti all’enorme struttura che ospita Eataly. Non si sa mai.
I rifiuti, se non fanno ribrezzo, sono una fonte inesauribile di informazioni. Quindi come non lasciarsi scappare la possibilità di esaminare i rifiuti indifferenziati di Eataly? Presto fatto, e in pochi secondi è cominciata l’analisi. Fortunatamente la maggior parte dei sacchi era in plastica trasparente, così si è evitato di immergersi completamente nei cassonetti, come fanno le ‘Sentinelle dei Rifiuti‘ a Torino.
Il responso? Carta, cartone, plastica, qualche vetro (ma davvero poco), poche lattine, alcuni residui di cibo e tanto Mater-Bi. Tutti materiali differenziabili con estrema facilità. Già, l’impressione è che qualcosa nella differenziazione dei rifiuti, quel giorno e in quel preciso momento sia andato storto.
Ma come è stato possibile? Bisogna entrare e vedere come viene fatta la differenziata, per scoprire la criticità che ha permesso a quei rifiuti di finire erroneamente nell’indifferenziata. Ovviamente non è umanamente possibile perlustrare, in poco tempo, tutti i sedicimila metri quadrati della sede romana di Eataly (fonte Wikipedia) e quindi ci siamo concentrati sull’area più vicina ai bidoni dell’indifferenziata, ossia il piano terra, e per la precisione la zona del reparto frutta e verdura e quelle adiacenti. Tutto bello, tutto in ordine, pulitissimo. Mai vista una cosa del genere. Un plauso va davvero al responsabile o ai responsabili di quei reparti.
L’unica pecca, che per qualsiasi altro supermercato al mondo sarebbe addirittura un vanto, è che nelle zone visitate ci sono tanti contenitori, ma tutti per i soli rifiuti indifferenziati.
Forse, anzi sicuramente, sarà stato un caso, forse siamo capitati nel momento in cui gli addetti stavano raccogliendo i contenitori della differenziata per lavarli, ma l’aver visto solo contenitori dell’indifferenziato è stato come uno shock, e per niente “cool”.
Luigi Vendola per Eco dalle Città