In tema di dematerializzazione ecco l’esempio di un’associazione che ha deciso di fare di “Più con meno” il proprio motto. Si tratta di A.M.I.C.A. (Attività Motorie Itinerari Corporei Animazione), una cooperativa sociale che ha inventato una tipologia di nidi con il marchio “N.E.M.O” (Nido Eco Motorio).
I nidi N.E.MO sono sei (ma se realizzeranno altri nei prossimi anni) e si trovano tutti in Trentino. Oltre ad essere connotata per azioni e attività di diverso tipo e tutte rispettose dell’ambiente (per esempio utilizzo di detersivi e detergenti a basso impatto ambientale, di pannolini lavabili o biodegradabili, somministrazione di cibi biologici o a km-0, utilizzo di materiali poveri nelle attività educative), la cooperativa ha deciso di fare un passo con il progetto TiRigiro.
In cosa consiste? Nel dare ai genitori la possibilità di acquistare grembiuli, pannolini, vestiti, bavaglini, ecc dalla cooperativa sociale che si occupa, tra le tante cose, di disagio psichico, partendo dal progetto della stilista Giada Gaia Cicala. La giovane artista recupera vecchie camicie per creare grembiuli, tovaglie e lenzuola per creare tutto quello che può servire ai bambini dell’asilo.
L’idea, dunque, è quella di mescolare le diverse attività, coinvolgendo da una parte chi vive gli spazi dell’asilo e dall’altro chi lavora sul recupero dei materiali. In questo modo, dunque, si stimolano azioni concrete sul piano del riutilizzo di alcuni materiali, coinvolgendo in maniera attiva le famiglie dei bambini che frequentano le strutture N.E.Mo.
Il nome TiRigiro vuole, dunque, valorizzare il processo di riqualificazione di alcuni materiali: insomma creare da scarti o rifiuti nuovo prodotti.
Sensibilizzare al riciclo, al riuso e alla riqualificazione di materiale, incentivare la raccolta differenziata, educare all’acquisto critico: sono questi gli obiettivi del progetto trentino che può essere anche un piccolo esempio di come si possa pensare ad un’attività, anche di tipo commerciale, dal recupero di materia.