Nel 2013 oltre 1,3 miliardi di tonnellate di cibo sono state sprecate nel mondo. È la Fao a renderlo noto con la pubblicazione rapporto Food Wastage Footprint: Impacts on Natural Resources., in cui viene evidenziato l’impatto ambientale dello spreco alimentare a livello globale.
Nasce anche da questa consapevolezza la creazione, ad opera di singoli cittadini o piccoli gruppi, di reti di ridistribuzione di quel cibo che, altrimenti, finirebbe nella spazzatura.
Torino, ad esempio, è una città che negli ultimi mesi ha visto la nascita di diversi progetti del genere. Uno di questi è Last Minute Sotto Casa, che partendo dalla constatazione quotidiana delle quantità di cibo che negli esercizi commerciali rimangono invendute, crea un collegamento tra domanda e potenziale offerta. Il funzionamento è di estrema facilità: da una parte il negoziante inserisce il proprio annuncio con l’offerta; dall’altra l’utente registrato, avvisato tramite mail, viene a conoscenza della possibilità di acquistare ad un prezzo scontato gli alimenti proposti. Una formula definita dal suo ideatore Francesco Ardito “win win win”, perché ne beneficia il negoziante che non è più “costretto” a dover gettare il cibo invenduto, ne beneficia il cliente che ha la possibilità di risparmiare sulla spesa e ne beneficia il pianeta perché non viene sprecato il cibo.
Un altro progetto, tutto torinese, è Una Buona Occasione che si avvicina al tema della lotta allo spreco alimentare da una prospettiva diversa: incidere sulle cause che contribuiscono a creare eccedenza di cibo. Il principio è quello di diffondere la prassi commerciale di offrire in promozione alimenti in prossimità di scadenza, scardinando la convinzione che si tratti di “merce di serie B” solo perché venduta a prezzi inferiori.“Se la raccolta differenziata dei rifiuti è un’attività utile – spiegano gli ideatori – ancor più incisive si rivelano tutte le iniziative finalizzate alla riduzione della quantità di rifiuti a monte”.
Di recente nascita è, invece, il gruppo facebook Foodsharing Torino, ispirato dall’esperienza berlinese del social network foosharing.de. Il principio su cui i partecipanti del progetto si basano è la volontà di creare una rete di persone disposte ad entrare in contatto con gestori di ristoranti o negozi di alimentari al fine di recuperare ciò che verrebbe buttao. Il cibo raccolto viene ridistribuito tra amici, conoscenti, vicini di casa o studenti universitari, con l’idea di condividere anche il momento della preparazione di un pranzo o di una cena.
di Angela Conversano per Eco dalle Città
1 comment
ina says:
nov 8, 2014
Interessante! Siamo un associazione cittadini per l ambiente di san giuseppe vesuviano napoli.. chiedevo visto che stiamo preparando un evento per il 29.11. Coincidente con la settimana europea riduzione rifiuti se potreste indicarci qualche vostro collaboratore sullo spreco alimentare a napoli per poter intervenire all evento in una sorta di informazione e sensibilizzazione rivolta alla cittadinanza che prendera parte all evento.
sarei grata in una vostra cortese risposta e contributo
ginameo1970@libero.it
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