Chiunque lavori in ufficio, come titolare di una piccola, media o grande impresa o semplicemente da dipendente, ha a che fare quotidianamente con la stampante. Il problema sorge quando i toner utilizzati per dar vita a pagine e pagine di documenti si esauriscono. In quel preciso istante, tra i meno esperti, può sorgere un dubbio: dove e come si smaltiscono le cartucce esauste? Non tutti sanno, infatti, che, una volta concluso il loro ciclo vitale, alcune tipologie di toner delle nostre stampanti, a seconda della percentuale di un componente specifico rispetto a un altro, sono considerate rifiuti pericolosi. Appartengono, cioè, a quella categoria di rifiuti che al loro interno presentano elementi dannosi per la salute delle persone e per la salvaguardia dell’ambiente e degli animali.
Proprio sul tema attuale della prevenzione e della gestione dei rifiuti pericolosi si baserà la decima edizione della Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti (SERR), in programma dal 17 al 25 Novembre 2018. In attesa di approfondire il focus “rifiuti pericolosi” attraverso le numerose iniziative che si terranno in occasione della SERR, facciamo un breve punto della situazione sullo smaltimento dei toner usati abitualmente in ufficio, offrendo anche delle alternative “detox”.
Le regole basilari
La normativa sullo smaltimento delle cartucce e dei toner esausti e non riutilizzabili è in continua evoluzione, con una crescente attenzione rispetto all’impatto ambientale di questi prodotti. In linea generale, esistono differenze in base alla città di appartenenza e a seconda della ragione sociale. Uffici e aziende, infatti, devono provvedere allo smaltimento in modo diverso rispetto a chi produce toner esausti in ambito domestico. I primi possono affidarsi a servizi di ritiro, mentre i comuni cittadini possono portare i materiali esauriti alle isole ecologiche. Per approfondire il tema nel dettaglio, vi invitiamo a leggere il nostro precedente articolo “Cartucce toner. Come smaltire i toner esausti in modo corretto: alla ricerca del codice CER giusto”.
Le buone abitudini “detox”
Per limitare la produzione di rifiuti legata all’uso dei toner, una buona alternativa consiste nel preferire, al momento dell’acquisto, cartucce ricaricabili. Queste cartucce rappresentano delle vere e proprie repliche ad elevata durata delle cartucce monouso dei produttori originali. A differenza di queste ultime, però, possono essere ricaricate numerose volte, attraverso bottiglie di inchiostro sfuso.
Generalmente, le cartucce sono dotate di un chip in grado di interagire con il nostro computer, avvisandoci quando il livello di inchiostro è minimo e occorre, perciò, sostituire il toner. Una volta esaurito l’inchiostro, nel caso delle cartucce usa e getta, diviene necessario smaltire il materiale di scarto, come abbiamo precedentemente illustrato. Questo ostacolo viene invece facilmente oltrepassato dalle cartucce ricaricabili, che possono essere riempite di inchiostro e riutilizzate per molte volte. La ricarica avviene iniettando direttamente l’inchiostro nel serbatoio vuoto, di solito con una siringa. Una volta ricaricata, la cartuccia può essere inserita ancora nella stampante, che tramite il chip riconosce automaticamente i nuovi livelli di inchiostro.
Si tratta di una soluzione non solo eco-friendly ma anche vantaggiosa dal punto di vista economico perché la procedura di ricarica è decisamente meno costosa rispetto all’acquisto delle cartucce monouso. Le cartucce ricaricabili possono essere acquistate in negozi appositi o via web su siti specializzati.
Un’altra valida alternativa “detox” è rappresentata dagli inchiostri sostenibili. Attualmente, infatti, sul mercato sono disponibili diverse soluzioni ecocompatibili, come gli inchiostri a base di oli vegetali e di polisaccaridi o gli inchiostri sostenibili provenienti dai prodotti di scarto della lavorazione della carta. Probabilmente, per poterli reperire, è necessario fare un piccolo sforzo di ricerca in più, ampiamente ripagato però dalla soddisfazione di aver aiutato l’ambiente e, ricordiamolo, anche la nostra salute, indissolubilmente legata al benessere dei nostri habitat naturali.
Come vedete, anche nella nostra quotidianità possiamo fare la differenza, per favorire un cambiamento di rotta. Per chi desideri mettersi ulteriormente alla prova come cittadino eco-responsabile, ricordiamo che fino al 31 ottobre c’è la possibilità di registrare la propria azione per la Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti 2018. Ognuno di noi può essere il “cambiamento che vuole vedere nel mondo”. Basta davvero poco, infondo.