RAEE è l’acronimo di Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche che in inglese troviamo come WEEE (Waste of Electric and Electronic Equipment). Due sono i problemi legati a questo tipo di rifiuti: in primis la loro tossicità per l’ambiente e, secondariamente, la loro non biodegradabilità.
L’abbandono nell’ambiente delle apparecchiature elettroniche o la fine del loro ciclo in discariche e termovalorizzatori rappresenta un grave problema di inquinamento per suolo, acqua e aria e, naturalmente, per la salute umana.
Dieci sono le categorie in cui vengono suddivisi i RAEE: 1) grandi elettrodomestici, 2) piccoli elettrodomestici, 3) apparecchiature informatiche e per telecomunicazioni, 4) apparecchiature di consumo, 5) apparecchiature di illuminazione, 6) strumenti elettrici ed elettronici, 7) giocattoli e attrezzi elettronici per sport e tempo libero, 8) dispositivi medici, 9) strumenti di monitoraggio e controllo, 10) distributori automatici.
All’interno di questi prodotti sono presenti materiali come rame, ferro, acciaio, alluminio, vetro, argento, oro, piombo e mercurio che, se opportunamente riciclati, possono diventare materie prime per nuovi prodotti. Per favorire la transizione di questi rifiuti da un’economia lineare a un’economia circolare è stata emanata a livello comunitario una direttiva RAEE recepita in Italia dal Decreto RAEE.
I RAEE vengono trattati in centri autorizzati e seguono varie fasi: la bonifica e la messa in sicurezza con l’asportazione dei componenti pericolosi, lo smontaggio e la separazione dei materiali e la lavorazione meccanica necessaria al riciclo.
Proprio per implementare la circolarità dei materiali presenti nei RAEE e facilitarne lo smaltimento, a partire dal 18 giugno 2010 è stato reso possibile conferire gratuitamente i rifiuti elettrici ed elettronici al rivenditore secondo la procedura definita “1 contro 1”: per ogni prodotto acquistato si conferisce gratuitamente un prodotto della stessa tipologia al punto vendita.
Dal 22 luglio 2016 i negozi con un’area superiore ai 400 mq quadri hanno l’obbligo di allestire un’area per il ritiro dei RAEE secondo la modalità “1 contro 0”. In questo caso gli elettrodomestici non più funzionanti possono essere consegnati ai negozi con una superficie superiore ai 400 mq senza alcun obbligo di acquisto.
Nello scorso luglio, a due anni dall’entrata in vigore della procedura “1 contro 0” Ecodom, il Consorzio Italiano per il Recupero e Riciclaggio Elettrodomestici, ha reso noti i dati di un’indagine secondo la quale il 73% degli italiani non è a conoscenza della possibilità di conferire gratuitamente i RAEE nei negozi più grandi di 400 mq. Se da una parte occorre una maggiore informazione presso l’utenza, dall’altra è necessario un adeguamento alla normativa da parte dei punti vendita. Secondo i dati di Ecodom i negozi risultati più “ricettivi” sono stati quelli di Mediaworld (nel 31,1% dei casi), di Euronics (18,4%) e di Unieuro (15,6%).
Naturalmente le buone pratiche sono anche “a monte”: quando valutiamo l’acquisto di un nuovo smartphone o di un nuovo notebook pensiamo con attenzione all’impatto che un nuovo acquisto può avere sull’ambiente. È stato calcolato che se una persona cambia il proprio telefono cellulare ogni quattro anni invece che ogni due il risparmio ambientale è quantificabile in 37 kg di gas serra in meno nell’atmosfera.
La consapevolezza sull’argomento sta aumentando. Da due anni la Francia ha introdotto nella propria legislazione il reato di obsolescenza programmata con conseguenze penali per gli amministratori delegati delle aziende che violano la legge e multe fino al 5% del fatturato generato in territorio francese. Inoltre, a partire dal 2020, ogni prodotto tecnologico sarà contrassegnato da un’etichetta indicante l’indice di riparabilità.
Le rivoluzioni culturali partono sempre da una volontà politica, la speranza è che l’esempio francese indichi la strada verso un consumo meno esasperato e una riduzione dei rifiuti e un’economia circolare più diffuse.
Qui su menorifiuti, nel periodo di avvicinamento alla Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti 2018, approfondiremo altri aspetti del tema centrale della SERR 2018, con la speranza che la conoscenza si faccia “motore” di eco-azioni e buone pratiche.
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