L’estate corre veloce. E così, anche la nuova edizione della Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti – in programma dal 17 al 25 novembre 2018 – si avvicina a grandi passi. Il tema centrale dell’evento sarà, quest’anno, quantomai delicato e complesso: “i rifiuti pericolosi”. Fanno parte di questa categoria di rifiuti oggetti di uso quotidiano o meno, che occorre smaltire con la dovuta cura a causa dei rischi legati alla loro composizione. Fra questi gli oli lubrificanti esausti, trattati a volte – nei garage di casa- senza l’attenzione di cui necessitano.
Oli lubrificanti usati
Gli oli lubrificanti usati sono tra i rifiuti speciali più pericolosi per la salute dell’uomo e dell’ambiente. Sono utilizzati per i motori a combustione interna, dalle auto private alle macchine agricole, e per gli impianti industriali. Dopo un certo periodo, gli oli subiscono delle trasformazioni chimico-fisiche tossiche che fanno sì che non siano più idonei a essere impiegati, rendendo così necessaria la sostituzione.
E’ a questo punto che bisogna smaltirli in modo corretto per evitare danni dalla portata impressionante. Ad esempio quattro chili di olio – la quantità derivata da un comune cambio di olio in un’auto – se gettati in mare inquinano una superficie che va dai 5 mila ai 7 mila metri quadrati. Versato direttamente sulle superfici idriche, è peraltro in grado di formare una pellicola impermeabile che provoca la morte, per mancata ossigenazione, della flora e della fauna che si trova al di sotto. Se versato in terra, l’olio penetra nel suolo contaminando le falde acquifere che forniscono acqua potabile e acqua per l’irrigazione.
Dove smaltire, dunque, questi veleni? Finché lo smaltimento avviene portando il mezzo in officina o nelle stazioni di servizio, il compito della raccolta e avvio a riciclo è responsabilità del CONOU, il Consorzio nazionale per la gestione, raccolta e trattamento degli oli minerali usati.
Il CONOU raccoglie il 95% dell’olio lubrificante esausto in Italia. Per quel che riguarda il restante 5%, la mancanza è dovuta molto spesso al ricorso al fai-da-te da parte dei privati, che non conoscono bene le regole di trattamento degli oli usati, o le sanzioni cui possono incorrere.
Chi intende cambiare l’olio all’auto senza recarsi in officina deve, infatti, prepararsi a una serie di accortezze: proteggere le mani con guanti di gomma durante il lavoro e versare il lubrificante esausto in una tanica a tenuta stagna. La tanica andrà smaltita secondo la legge, ossia conferita presso i centri di raccolta autorizzati, le isole ecologiche. Non è possibile portare la tanica dal meccanico, in quanto questi è autorizzato a smaltire unicamente l’olio usato proveniente dalla propria attività.
Un’ultima, fondamentale, cautela: l’olio lubrificante non può essere mescolato all’olio vegetale esausto, che può essere trasformato in componente per carburanti biodiesel, per evitare di comprometterne il riciclo.
Oli e grassi vegetali e animali esausti
Noti comunemente come oli di frittura esausti, comprendono in realtà anche gli oli utilizzati per la conservazione delle verdure o del pesce in scatola, e possiedono una pericolosità spesso ignorata o sottovalutata. Nonostante non siano classificati come “rifiuti speciali pericolosi”, meritano una menzione perché dispersi nell’ambiente essi possono essere altamente inquinanti e dannosi. Si tratta, dunque, di rifiuti pericolosi “di fatto” perché sono in grado di intasare le reti fognarie, di contaminare le acque superficiali (laghi, fiumi, mari), le falde acquifere e il sottosuolo, con gravi rischi per la flora e la fauna.
Vietatissimo, quindi, gettarli nel lavandino o nel wc. Qualora la normativa comunale non preveda una raccolta differenziata specifica occorre raccoglierli e conferirli presso l’isola ecologica più vicina, buttandoli a questo punto negli appositi contenitori.
Il consorzio CONOE, Consorzio nazionale di raccolta di raccolta e trattamento degli oli e dei grassi vegetali ed animali esausti, è preposto al ritiro di questa tipologia di rifiuto dalle attività professionali (ristoranti, mense, gastronomie…). L’olio esausto, recuperato dalle aziende consortili autorizzate dalla Provincia o dalla Regione, verrà trasportato, stoccato e trattato.
Obiettivo primario, la rigenerazione, il recupero il riutilizzo. In piena ottica SERR, per cui al primo posto c’è la riduzione: quella buona pratica che, grazie ad azioni preventive, impedisce al rifiuto di diventare tale.